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Parliamo di Arduino. Anzi due.

Logo Arduino

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Nostro articolo su Informazione Locale di Gennaio 2014.

Massimo Banzi ha inventato uno dei dispositivi più famosi ed usati in rete. Si tratta di Arduino, una scheda elettronica con un microcontroller e vari circuiti, ci si possono creare rapidamente prototipi, sia per scopi hobbistici che didattici. Arduino è in grado di  “percepire” l’ambiente esterno tramite sensori attaccati alla scheda stessa, in conseguenza è in grado di modificare l’ambiente stesso tramite motori, sistemi di controllo delle luci, attuatori. Il tutto è facilmente gestibile tramite un linguaggio di programmazione semplice, alla portata anche dei neofiti.

Tuttavia la novità più importante di Arduino non è di tipo tecnologico, ma è relativa al modello di business. E’ il primo progetto di hardware open source: non solo non è protetto da brevetti ma il suo ideatore ne incoraggia la copia e la diffusione. Teoricamente chiunque potrebbe comprare le singole componenti e realizzarne uno, il team di Arduino infatti distribuisce sotto licenza Creative Commons le informazioni riguardo l’hardware e i relativi progetti. Con questa mossa si eliminano all’origine tutti i problemi relativi alla concorrenza dei cloni cinesi, anzi maggiore è la diffusione meglio è, questo alimenta la comunità di utilizzatori attivissima nel contribuire allo sviluppo e alla crescita del prodotto. Ecco come è diventato ricco Banzi: chiunque può costruire e vendere, ma la comunità di utenti inevitabilmente si stringerà intorno all’ideatore che sarà il primo a sentire parlare di miglioramenti interessanti o di utilizzi innovativi per il dispositivo.

Sebastián Alegría

Sebastián Alegría

Una simile conoscenza diventa la risorsa più preziosa, rivendibile a chiunque. Esistono migliaia di progetti basati su tecnologia Arduino, nei campi più disparati. Un ragazzo di 14 anni cileno (Sebastián Alegría) ha implementato un sistema di rilievo di movimenti tellurici che genera un tweet and ogni scossa, adesso ha duecentomila follower ed ha anticipato di un anno nel progetto il governo del suo paese. Ci si può costruire in pochi minuti un contatore geiger, MakerBot una delle stampanti 3D migliori al mondo utilizza Arduino come componente elettronico. Tutti i componenti della scheda vengono prodotti ad Ivrea, da aziende i cui titolari una volta erano dipendenti o fornitori di Olivetti. Il marchio made in Italy su un componente elettronico da queste parti magari non fa così impressione, in altri tempi erano abituati. La sua ulteriore diffusione potrebbe contribuire a una rivoluzione nel modo di fabbricare oggetti favorendo la realizzazione dell’Internet delle cose e dare un impulso alla terza rivoluzione industriale, questa sarà abilitata dalla diffusione dell’hardware open source e dai maker, i nuovi artigiani digitali che vogliono rivoluzionare l’attuale modo di produrre  anche  grazie alle stampanti 3D.

Centrare ruota  a raggi

Centrare ruota a raggi

So che il nome Arduino deriva da un bar dove Banzi era solito andare, tuttavia sono nato ad Umbertide un numero di anni fa sufficiente per avere familiarità con questo nome, quindi quando l’ho sentito, non ho potuto trattenere un sorriso.  La bottega del meccanico Arduino era tappa fissa quando la bici o il motorino avevano bisogno di un pezzo di ricambio altrove introvabile. Mi colpiva la meticolosità con la quale faceva il suo lavoro, era un perfezionista assoluto. Capace di stare ore a centrare una ruota di bicicletta tirando i raggi, come si faceva una volta: la bici capovolta e la ruota che gira, gli occhi percepiscono il disassamento e si inizia a tirare un raggio, poi un altro, poi un altro ancora fino a che la ruota torna perfettamente in asse. Affascinante. Lo faceva anche per le bici che vendeva, può sembrare superfluo per una bici nuova di fabbrica, ma una buona messa a punto è un servizio che non si deve far mancare al cliente. Era spesso aperto fino a notte fonda (conseguenza del perfezionismo credo), ho sempre avuto l’impressione che fosse innamorato del suo mestiere. La sua politica commerciale era singolare: a volte dava l’impressione di non volersi separare da ciò che vendeva. C’è poco da dire, è stato sul mercato per anni, direi che ha avuto ragione. Forse, a ben vedere, c’è qualcosa di più, oltre al nome, che lega Arduino, meccanico artigiano perfezionista, ai nuovi visionari artigiani digitali.

Autore: Webmaster

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