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Google e le eccellenze italiane

Corso Eccellenze in digitale

Corso Eccellenze in digitale

Abbiamo avuto modo di parlare del Google Cultural Institute in un nostro recente post. L’attenzione di Google per il Made in Italy è proteso a colmare evidenti carenze di offerta rispetto alla domanda. In altre parole il mondo è interessato al Made in Italy più di quanto in Italia siamo in grado di rispondere a questo interesse. La gravità di questa affermazione è evidente, specialmente in periodi di crisi, fatturati decrescenti, disoccupazione in aumento. E’ emblematico il fatto che Google si sta occupando su tre diversi livelli di questo problema laddove le istituzioni non riescono a farlo. I tre livelli sono la sezione del Google Cultural Institute dedicata proprio al Made in Italy,  20 borse di studio per giovani “digitalizzatori” che per 6 mesi affiancheranno aziende piccole e medie in diverse regioni d’Italia per aiutarle a portare il Made in Italy online, ed infine il sito https://www.eccellenzeindigitale.it/ nato per fare in modo che le imprese, in particolare le piccole e medie, siano in grado di cogliere i benefici economici derivanti da Internet. Il dato relativo alle piccole e medie imprese è chiaro e per certi versi sconfortante: solo il 34% delle PMI ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce (dati Eurisko ICT 2013). Il progetto ha lo scopo di promuovere un nuovo modo di fare impresa in Italia, utilizzando il web per farsi conoscere su nuovi mercati, accrescere competenze specifiche e capacità, per inquadrarle in un contesto globale e digitale, avendo come base quanto noi possediamo in tema di eredità storiche, culturali, eno-gastronomiche e tecnologiche.

Corso Eccellenze in digitale

Corso Eccellenze in digitale

La realizzazione del progetto è magistrale nella sua linearità e semplicità: ancora una volta Google ci mostra come dovrebbero essere fatte le cose per colpire nel segno. Sono dei video di breve durata, non più di tre minuti, che costituiscono un percorso formativo online. Vengono forniti agli imprenditori idee e spunti per utilizzare il web come mezzo per rafforzare il proprio business. Ad inaugurare il percorso anche una lezione di Vint Cerf, oggi Chief Evangelist di Google e uno degli inventori di Internet: quanto ad autorevolezza non si scherza. Cerco di sintetizzare i punti di forza di questo progetto.

1) L’approccio è decisamente minimalista, pochi fronzoli, si va diretti al cuore dei contenuti, la grafica è lineare ma elegante. I contenuti sono tutti all’interno dei video, le poche parole scritte che scorrono sono usate come rafforzativo delle immagini. Il pubblico di riferimento, cioè le piccole medie imprese, tipicamente poco strutturate e con poco tempo da dedicare,  chiedono rapidità di fruizione ed immediatezza. La prima regola del web è proprio questa: usa un linguaggio ed uno stile adeguato per il tuo pubblico di riferimento.

2) Si parte sempre da casi concreti. Uno dei maggiori pericoli del web è il rischio che la grande quantità di informazioni in esso contenute porti in dote una certa perdita di tempo. Far parlare proprio i protagonisti fuga ogni dubbio sulla concretezza dei contenuti: ben diverso sarebbe stato se a parlare fosse stato un docente, magari bravissimo, ma con il solito approccio teorico che non può essere digerito senza una fase di studio. Invece abbiamo imprenditori che parlano ad altri imprenditori, non sembra nemmeno di ascoltare una lezione, le nozioni arrivano mentre si ascolta un collega che parla, i concetti chiave si fissano nella mente quasi inconsapevolmente.

3) La didattica è imperniata su storie. Le persone adorano ascoltare storie, vogliono, per quanto possibile identificarsi con i protagonisti ed instaurare un legame empatico con essi. Proprio a causa di questa componente emozionale, il contenuto del messaggio intrinseco nella storia rimane impresso nella memoria, quindi raggiunge lo scopo. E’ una modalità didattica certamente dispendiosa dal punto di vista realizzativo, ma certamente efficacissima.

4) La durata dei video, lunghi al massimo tre minuti, si concilia con le esigenze di ogni tipo di utente. E’ importante che si possa finire di vedere ogni video che si inizia. Se la durata fosse stata maggiore questa regola fondamentale probabilmente non avrebbe potuto essere rispettata. Riprendere un video interrotto a metà è decisamente poco confortevole, alla lunga direi che è demotivante.

L’importanza del progetto e lo sforzo profuso per la realizzazione mettono in evidenza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il futuro delle piccole e medie aziende dipenderà sempre di più dalla loro presenza in rete. Se la vostra azienda non ha ancora una presenza in rete pensata e strutturata da una strategia di marketing, oppure se pensate che il vostro il mercato di riferimento possa e debba essere ampliato grazie a social network (Facebook, Linkedin, Instagram ecc) forse è il caso che ne parliamo: contattatemi tramite l’apposito modulo, l’analisi, personalizzata e specifica, è del tutto gratuita.

Autore: Webmaster

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