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Da mestiere a professione, il mio amico Gaetano

Google driverless car

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Nostro articolo su Informazione Locale di Aprile

Che differenza c’è fra mestiere e professione? La questione è facile solo in apparenza, pensi di conoscere la risposta, ma solo fino a quando non ti viene fatta una domanda diretta. La differenza sostanziale è che il mestiere lo si impara facendolo, con la pratica ed il tirocinio, la base di esperienza che si acquisisce sul campo è poi sufficiente per praticare il mestiere stesso. La professione invece ha bisogno di una intensa base di studio. Non sono sufficienti pratica e tirocinio, comunque necessari, è indispensabile una parte teorica che rende possibile l’apprendimento, certamente poi anche tramite la pratica, di nozioni di elevata complessità. Fino a qualche anno fa questa differenza era netta e la demarcazione pienamente riconoscibile: se voglio imparare a fare l’elettricista vado a fare l’apprendista elettricista, se voglio diventare avvocato mi laureo in legge poi faccio gli anni canonici di praticantato e dopo un esame di stato posso finalmente esercitare la professione di avvocato. La complessità crescente della realtà nella quale viviamo sta tuttavia stravolgendo questo approccio, il risultato finale sarà che alcuni mestieri dovranno necessariamente evolversi in professioni. Faccio qualche esempio per chiarire il concetto. Il mestiere del meccanico già da qualche tempo sta mutando, visto che la componente elettronica degli autoveicoli richiede interventi di riprogrammazione più che di smontaggio. L’immagine del meccanico con il cacciavite in mano lascia il posto a quella del meccanico con il connettore collegato al computer di bordo. Google già da qualche anno sta sperimentando le auto senza pilota, ovvero le self-driving car, auto che tramite una particolare rete di sensori e telecamere riescono a valutare tanti parametri che consentono di viaggiare su strada in tutta tranquillità. Il progetto delle auto senza pilota è ormai giunto alle sue fasi finali, in quanto l’equipe di tecnici ed ingegneri Google che ci ha lavorato e che continua a lavorarci da anni ha migliorato tantissimo il progetto iniziale, rendendolo sempre più sicuro e riuscendo a raggiungere quota3 00.000 chilometri percorsi nei test con le auto. Google stima che in cinque anni questa tecnologia sarà alla portata di tutti. Ovviamente questo cambia il tipo di professionalità che dovrà avere il “meccanico” che dovrà fare la manutenzione a questi veicoli: questi si basano sull’Intelligenza Artificiale, algoritmi per l’autoapprendimento e soprattutto potranno decidere da soli come comportarsi in situazioni di pericolo, questo aspetto in particolare pone anche degli interrogativi etici in tema di responsabilità in caso di incidenti. E’ chiaro che delle solide basi teoriche saranno indispensabili. Anche la domotica, ovvero l’automazione della casa, nei prossimi anni stravolgerà il mestiere dell’elettricista: ogni dispositivo in casa sarà collegato in rete, a formare quello che viene chiamato IOT (Internet of Things) ovvero l’Internet delle cose. La nostra casa si adatterà alle nostre esigenze imparando dai nostri comportamenti con un crescente grado di interazione. Già da oggi è possibile avere un frigorifero che ordina da solo ciò che manca, impianti di riscaldamento che tengono a temperatura solo le zone della casa che solitamente frequentiamo e così via. L’elettricista classico si troverà a gestire una rete di dispositivi che vanno programmati e visto che sono in rete, vanno anche adeguatamente protetti. Anche in questo caso, da mestiere si passerà a professione, vista la complessità crescente.

Gaetano Mancini verso la metà degli anni ’80 ha iniziato come apprendista parrucchiere da Carlo Maestri, poi nel 1989 va a lavorare a Bologna. Sembra una storia come tante altre, di un ragazzo che va ad imparare un mestiere appunto. Come è stato possibile allora ritrovarlo negli anni novanta come truccatore parrucchiere alle trasmissioni Mediaset “Beato fra le donne” e “Buona Domenica”? Come ha fatto a diventare docente di corsi in tutta Italia, da Bergamo a Monopoli, come mai proprio lui nel periodo dal 2003 al 2005 teneva corsi a Hong Kong, in Australia, a Singapore, in Romania, in Tunisia, in Spagna, come ha fatto a diventare truccatore parrucchiere anche al festival di SanRemo nel 2009. Quel ragazzino poco più che quattordicenne che ha iniziato come apprendista come tanti altri, ha avuto la costanza di dedicarsi con tutta la passione che aveva per il suo mestiere, al continuo miglioramento, allo studio, alla ricerca. Esiste una teoria nel campo dell’apprendimento, detta delle 10.000 ore: se una persona riesce a dedicarsi per 10.000 ore in un certo campo diventerà sicuramente un super esperto. Credo che Gaetano sia stato la dimostrazione di questa teoria, le sue 10.000 ore, oltre al lavoro ovviamente, le ha fatte sostenuto da quella passione che traspariva ogni volta che parlava di ciò che faceva. Questo era il suo approccio: la tecnica serve per ottenere esattamente il risultato che già hai in testa, ma non deve mai essere fine a se stessa. Diceva che parlare con le clienti serviva a capire la loro personalità, in modo che, ad acconciatura finita, esse potessero dire guardandosi allo specchio: ecco, questa sono proprio io. In questa ultima frase c’è tutta la storia di Gaetano, che ha iniziato da apprendista perché voleva imparare un mestiere ed è diventato invece un grande professionista.

Autore: Webmaster

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