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Bitcoin questo famoso sconosciuto

Monete di Pietra dell'isola di Yap

Monete di Pietra dell’isola di Yap

Nostro articolo su Informazione Locale di Maggio
 

Il Raay è la moneta dell’isola di Yap, in Micronesia. I Raay fisicamente sono degli enormi cerchi di pietra, per ovvi motivi la loro proprietà non può essere attestata dal possesso perché sarebbe molto difficile farli passare di mano in mano. Allora questi cerchi stanno sempre sullo stesso luogo, e la proprietà è semplicemente tramandata oralmente di possessore in possessore. Tutti sanno di chi è la moneta in un dato momento, però questa rimane sempre (o quasi) nello stesso luogo. La dimensione delle pietre è variabile: le più grandi hanno un diametro di tre metri e pesano alcune tonnellate, non si prestano a stare in un borsello e l’attestazione della proprietà senza possesso fisico risolve, agli abitanti di Yap, un bel problema. Può sembrare strano ma l’analogia fra questa moneta ed il sistema Bitcoin, la moneta elettronica della quale tanto si parla, è notevole.

 

 

 

Simbolo del bitcoin

Simbolo del bitcoin

Il bitcoin è appunto una moneta elettronica, può essere liberamente scambiata con una transazione online da un conto che però non sta in nessuna banca. Questa è la grande innovazione: quando apriamo un conto corrente tradizionale c’è un ente, la banca, che attesta e certifica che disponiamo di un certo ammontare, con il sistema dei Bitcoin no perché il registro (ledger) dove sono annotate tutte le transazioni effettuate è distribuito, e quindi noto, a tutti i soggetti. Una sorta di Giornal Mastro pubblico. In pratica tutti sono in grado di vedere tutte le transazioni effettuate da tutti, tutti sanno quanti soldi abbiamo nel conto, ma non sanno chi siamo. Il concetto di trasparenza e di segreto bancario è completamente rovesciato. Bitcoin è una valuta nel vero senso della parola: il suo valore dipende da un tasso di cambio che si genera liberamente dalla domanda e dall’offerta, come tra Euro e Dollaro. Proprio per questo il suo valore dipende da quanti lo vogliono “comprare” (cioè acquistare in cambio di valuta tradizionale). La quotazione del bitcoin oscilla fortemente, anche in periodo molto limitati di tempo, il sistema è nuovo e la fiducia nel sistema non è ancora consolidata, niente di strano, è normale che sia così. Bitcoin per adesso è un investimento ad alto rischio, questo deve essere chiaro.

Ai tempi della febbre dell’oro le pepite si trovavano setacciando pazientemente il fondo dei fiumi, i bitcoin si generano risolvendo invece problemi matematici di elevata complessità. E’ in pratica la stessa cosa: in entrambi i casi il fine è quello di trovare una risorsa scarsa, cioè difficile da trovare, alla quale è attribuito convenzionalmente un valore. Nel primo caso l’oro, cioè un bene fisico, nel secondo caso la soluzione ad un problema matematico di elevata complessità, cioè un bene virtuale, intangibile. Chiunque può usare il proprio computer per generare bitcoin, ma la complessità delle soluzioni è in costante aumento e tale che un singolo pc, senza unirsi a dei gruppi organizzati (mining pool), non potrebbe mai riuscirci. L’attività di estrazione di questi gruppi viene remunerata proprio in bitcoin che vengono poi ripartiti fra i membri che hanno contribuito con i loro computer a trovare le soluzioni.  Senza entrare nel dettaglio della complessità del computo matematico, non ci potranno mai essere in circolazione più di 21 milioni di bitcoin (si stima nel 2140), ma ogni bitcoin potrà essere diviso in infinite parti.  Ad oggi sono stati estratti dai miners (minatori virtuali), con la soluzione del problema di cui sopra, oltre 12 milioni di Bitcoin. Ogni transazione di Bitcoin viene scritta in fondo alla lista delle transazioni, tutte crittografate, della moneta, la funzione dei ‘miners’ è anche quella di ‘cementare’ questa annotazione in modo che sia crittografata in maniera sicura, con un algoritmo a prova di manomissione. Per questo ruolo essi ricevono un compenso, che rimarrà l’unica ricompensa quando tutti i 21 milioni di Bitcoin saranno stati generati.

L’analogia con il sistema della moneta degli Yap è proprio data dal fatto che non c’è movimento fisico di valuta, ma solo una variazione nella catena di tutte le transazioni registrate che restano pubbliche e non annullabili, in modo da semplificare proprio le problematiche legate alla sicurezza, perché chiunque può verificarne la Blockchain, cioè la provenienza. Il singolo bitcoin rimane li dove è sempre stato, ma sul Giornal Mastro viene annotato che il proprietario di quel bitcoin è cambiato e questa notizia viene dapprima verificata e poi diffusa a tutti i nodi della rete. Dal punto di vista pratico si inizia scaricando il software portafogli Bitcoin, che si sincronizza con la rete e mostra tutte le transazioni che sono state fatte con i vari bitcoin. Con questo software, open source quindi verificabile, si possono “trasferire” i bitcoin di cui si è proprietari in maniera veloce, criptata (quindi anonima) e senza commissioni. Vista la natura distribuita del sistema, i propri bitcoin saranno sempre disponibili, niente scherzi stile banche cipriote per intenderci. Questi sono gli indubbi vantaggi delle criptomonete rispetto alla moneta tradizionale: niente commissioni, nessun ente o istituto di credito di cui doversi fidare, garanzia di anonimato, transazioni da persona a persona in tempo reale, nessuna possibilità di furto o falsificazione, basso costo di gestione del sistema.  Solo sistemi che hanno queste caratteristiche possono sostituire la moneta tradizionale, proprio perché ne superano le inefficienze, ecco perché credo che in futuro la moneta elettronica potrà recitare un ruolo centrale e non solo nell’economia delle transazioni online, dove è nata. Non è detto che sarà il sistema Bitcoin: magari potrebbe essere un sistema analogo basto su un differente algoritmo di calcolo, già ne esistono parecchi.

John Maynard Keynes

John Maynard Keynes

Quando John Maynard Keynes, il più grande economista del XX secolo venne a conoscenza del sistema monetario di Yap  rimase sbigottito: “un popolo le cui idee sulla valuta sono, con ogni probabilità, più autenticamente filosofiche di quelle di qualsiasi altro paese. Le pratiche moderne relative alle riserve d’oro hanno molto da imparare da quelle ben più logiche dell’isola di Yap». Credo che penserebbe la stessa cosa del sistema Bitcoin.

Autore: Webmaster

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