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Il coworking secondo Hub Corciano

Nell’era della condivisione digitale il concetto di coworking trova terreno fertile per attecchire. E’ un luogo fisico ed allo stesso tempo una filosofia che da questo trae origine proprio per superarne i vincoli. Un luogo che mette in contatto idee e consulenti qualificati; un ponte che permette l’incontro tra progetti ambiziosi e bandi, finanziamenti e venture capital. Uno spazio in cui si impara a diventare imprenditori, aiutati e supportati nella realizzazione dei progetti, dall’esperienza di altri professionisti con i quali si dividono gli spazi. Una struttura come questa esiste anche in Umbria, precisamente a Corciano: intervistiamo il responsabile Marco Raspati.

 

R. Siamo con Marco Raspati responsabile di Hub Corciano, Marco che cos’è Hub Corciano, ce lo descrivi brevemente?

M. Certo, Hub Corciano è un ambiente di scambio, anzi di interscambio di idee. Si basa sul concetto di coworking ovvero il concetto di mettere insieme delle persone all’interno di un ambiente e far si che queste persone possano scambiarsi delle informazioni e delle idee. Il progetto di coworking è un progetto di partenza, non certo il punto di arrivo. Punto di partenza perché si crea un filo logico dall’incontro tra le persone, lo sviluppo di nuove potenziali idee, e con le idee e tramite la formazione noi arriviamo a dare una coscienza e una conoscenza a chi ha un qualcosa da dire, ma che ancora non ha iniziato il percorso prettamente imprenditoriale. Quindi coworking: raccolgo le persone, con la formazione accresco il know how fino a sviluppare il progetto nella sua strutturazione più forte. E’ proprio questo che fa l’incubatore di start up: prende l’idea ed aiuta l’ideatore a traghettarla verso un essere impresa.

R. Quindi Marco le persone che sono all’interno di HUB Corciano quali vantaggi hanno dalla struttura oltre alla semplice condivisione degli spazi, e all’abbattimento dei costi?

M. Certo, il coworking attualmente come logica ha quella principalmente di abbattere il costo, il costo di struttura, quindi l’affitto e le utenze che sono legate allo sfruttamento di una postazione, ma ha anche quello della semplicità nell’inserimento all’interno di un ufficio. Tutti sappiamo che nel momento in cui cominciamo a valutare una postazione, un ufficio, dobbiamo valutare bene la postazione, l’arredamento, le parti di sicurezza, le attivazioni delle utenze, le fideiussioni che vengono chieste per la sicurezza dell’ambiente. Tutto questo attualmente nel coworking non esiste. Io entro all’interno di una struttura che è già completamente attrezzata e con tutti i servizi a disposizione, e pago per quello che ricevo. E’ la stessa logica che c’è all’interno del mondo delle auto con un noleggio a lungo termine. Io compro una macchina che ha già tutto quanto all’interno, devo solo mettere la benzina, nulla di più.

R. Quindi pagando una quota mensile io ho diritto a una scrivania, a un ufficio

M. Certo, una postazione con internet incluso, dei servizi che vanno dall’avere una cassettiera personalizzata fino alle stampe incluse nel servizio di noleggio della postazione.

R. l’Umbria è generalmente una terra abbastanza tradizionalista, come ti è venuta l’idea di fare una cosa così innovativa?

M. Diciamo che parte da un’esigenza personale. Io tre anni e mezzo fa quando ho fatto partire la mia azienda e mi sono accollato tutta una serie di problematiche, che sono quelle classiche dello startupper. Ho fatto tesoro delle esperienze fatte ed ho riportato le soluzioni che abbiamo trovato all’epoca e nel corso degli anni, una sorta di case history per chi come me si vuol mettere nel campo imprenditoriale. Quindi la logica attualmente parte dal coworking per poi arrivare ai servizi che non sono semplicemente quelli della scrivania, ma quello dell’assistenza nello sviluppo di impresa.

R. Start up è un termine molto usato in questi tempi e molte volte anche abusato. Qual è la tua definizione di start up e cosa deve avere una startupper per essere vincente?

M. L’idea sicuramente è alla base del progetto. Quello che riusciamo a dare in Hub, e quindi all’interno dell’incubatore, diciamo che è la coscienza del fatto che la propria idea è potenzialmente interessante per il mercato. L’idea non è tutto, sicuramente è un’ ottima base di partenza, ma quello che è necessario per far si che lo start up venga fuori è proprio prendere coscienza del significato della parola start up. Start up significa che il progetto deve partire e anche molto velocemente, quindi la crescita non può che essere esponenziale. Differentemente da questo si parla di impresa che è sicuramente un progetto interessante, ma non è start up. La Start up ha come necessità quella di prendere l’idea e far si che l’idea divenga velocemente qualcosa di fruibile, e che venga letto anche molto velocemente da chi il progetto assolutamente non lo conosce, potenzialmente l’investitore. L’investitore nel momento in cui guarda la start up deve vedere un qualcosa di concreto, qualcosa di estremamente ripetibile, velocemente espandibile e che abbia un know how tecnico e tecnologico ben strutturato all’interno del progetto stesso.

R. Quindi se ho ben capito l’incubatore serve proprio a questo, a portare per mano uno che ha avuto una buona idea in maniera da farlo incontrare magari anche con investitori che capiscano e riconoscano la potenzialità dell’idea e la trasformino in un business

M. Si è esattamente così. Logico è che in un progetto di questo tipo si parte dal presupposto che quello che fa un incubatore è assistere, aiutare, far prendere coscienza accrescere il know how, ma non si mette al posto naturalmente dell’imprenditore. Chi comincia il percorso di impresa deve mettersi nella condizione mentale di capire che il percorso dell’imprenditore è complesso. Noi possiamo dare strumenti, assistenza, abbiamo creato il network che permette di arrivare dal singolo investitore ma fino ad arrivare a potenziali sviluppatori o assistenza prettamente consulenziale. Dall’altra parte la persona che si mette a fare impresa deve sapere qual è il proprio percorso di sviluppo.

R. Va bene Marco grazie, e se ci dici qualche parola sugli sviluppi futuri del progetto

M. Si, il progetto è nato all’inizio del 2014, ad oggi è in una fase in cui sta prendendo una reale forma, e all’inizio del 2015 noi presenteremo diverse novità tra cui delle collaborazioni strategiche con una struttura di Milano che ci ha permesso di entrare in un network internazionale che prevede sedi a Hong Kong, New York, Milano e Roma, connesso con il mondo degli investitori: StartupItalia, uno dei network più importanti per le startup, è diventato nostro partner. I nostro obiettivo è diventare la struttura di riferimento per il centro Italia.

R: In bocca al lupo Marco e grazie.

M. Crepi!

 

Autore: Roberto Alunno Violini

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